Ciao, mi chiamo Eli e vivo ad Istanbul, mi chiamo Mendel e vivo a Denver, mi chiamo Moshe Eliyahu e vivo a Iowa City, mi chiamo Mendel e vivo a Roma... Settecento bambini, giovani emissari Chabad in più di settanta paesi, hanno partecipato, insieme ai loro papà, alla conferenza annuale di emissari Chabad Lubavitch a New York lo scorso week-end.
Per i ragazzini è un'occasione di incontrare i parenti che non vedono da un anno o più, come è il caso per Mendel Benjaminson e Mendel Hazan, nipoti di Rav Hazan, ma anche di incontrare i loro compagni di classe. Infatti, circa cinquecento ragazzini studiano in una scuola virtuale organizzata dalla Shluchim Office, l'ufficio centrale che offre supporto morale agli emissari Chabad Lubavitch.
Mendel Benjaminson ad esempio, ha compagni di classe in Turchia, in Germania, in Ucraina, nel Canada e in diverse città negli Stati Uniti, ognuno dei suoi quindici compagni di classe vive in un'altra città. Durante l'anno essi comunicano via skype, messenger, email e via telefono.
Una volta l'anno Mendel e i compagni possono finalmente incontrarsi in persona, parlare con i loro maestri a faccia a faccia, e giocare a pallone con un vero pallone anzichè con un pallone virtuale e andarsi a prendere un gelato insieme in una gelateria kasher a Brooklyn. Attività abbastanza 'normali' per altri bambini, ma speciali per questi giovani shluchim che vivono in circostanze diverse di gran parte dei loro coetanei.
Infatti, [er questi piccoli grandi emissari, alcuni dei quali vivono in posti dove non ci sono tanti bambini, il week-end a NY offre una ventata d'aria fresca, breve ma intensa che da loro la forza di tornare nelle loro città per aiutare i loro genitori a compiere la loro missione.
Piccoli grandi uomini.
E le bambine? Niente paura, le bambine hanno il loro week-end a Febbraio insieme alle loro mamme...i mariti rimangono a casa a badare alla famiglia e al centro Chabad e le donne fanno festa.
Mendel Benjaminson e i suoi compagni di classe, foto COL.